| Cedric Flynn |
| | Fava negli Usa, a colloquio col padre del Sopa «Pirateria record in Italia. Gli Usa alzano i dazi»L'incontro tra il promotore del Sopa italiano e il padre del Sopa Usa, quello originale, è previsto per questo pomeriggio a Washington. Gianni Fava, autore dell'emendamento alla legge Comunitaria approvato in commissione e oggi in discussione alla Camera, è atteso alle 16.30 da Lamar Smith, il deputato del Texas primo firmatario della proposta di legge antipirateria online, «affossata» dopo la rivolta del Web. A ricevere la delegazione della commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale ci saranno anche altri parlamentari Usa, attivissimi sul fronte della lotta al violazione del copyright online.
IL TEMA - «La pirateria online produce 200 miliardi di dollari di danni all'economia mondiale - spiega Fava. L'Italia è tra i Paesi con il più alto tasso di download illegale. Bisogna fare qualcosa. Anche perché qui negli Usa mi hanno chiaramente detto che se non regoliamo il settore, i dazi commerciali rimarranno altissimi». L'emendamento del deputato leghista, contestato dalla Rete, è destinato ad essere impallinato in aula da una pioggia di controemendamenti, alcuni presentati anche dal Pdl. «Mi stupisce molto questo cambio di linea - dice Fava - dal momento che lunedì scorso il mio testo era passato in commissione all'unanimità e col parere favorevole del governo». Che per la verità, però, si era limitato a fare un'osservazione sull'importanza del tema, senza entrare nel merito della proposta. «Voglio comunque precisare - aggiunge il deputato - che il cosiddetto emendamento Fava in nessun modo impone la disconnessione del provider, ma soltanto lo obbliga a tener conto delle segnalazioni che riceve, assumendosene la responsabilità se decide, in piena autonomia, di non tenerne conto, esattamente come prevede espressamente una direttiva europea».
LE LOBBY - Ma le «lezioni americane» di Fava non si limitano al padre del contestato progetto di legge Usa dibattutissimo, contestato anche dai big di Internet e forse definitivamente finito nella soffitta del Congresso. Oltre agli incontri già fissati lo scorso aprile, quando la missione era stata organizzata (il tema è la difesa del made in Italy, soprattutto in campo alimentare), si sono strada facendo inseriti gli appuntamenti con i deputati Tom Marino e Melvin Watt , della commissione Intellectual Property, Competition, and the Internet, e con Richard Hertling e David Whitney, tra i principali fautori del Sopa.
LA CONFERENZA STAMPA - In ogni caso è lo stesso Fava a non credere nella possibilità che l'emendamento che porta il proprio passi indenne alla canea che ha scatenato. Per farsene un'idea bastava assistere alla conferenza stampa convocata a Montecitorio da Beppe Giulietti, Flavia Perina (Fli), Benedetto Della Vedova (Fli), Marco Beltrandi (Radicali), Roberto Rao (Udc), Paolo Gentiloni (Pd), Stefano Pedica (Idv), Gianni Vernetti (Api) e Antonio Palmieri del Pdl. Uniti nella contestazione alla nuova norma, ma ciascuno diversamente orientato sulla necessità di regolare il nodo copyright online: «L'approvazione dell'emendamento dell'On. Fava - cerca di sintetizzare Agorà Digitale, tra i promotori dell'iniziativa - consentirà a multinazionali e monopolisti dell'informazione e dei contenuti italiani di mettere in piedi vere e proprie polizie del Web. Una SoPA italiana che avrà l'effetto di incentivare la rimozione selvaggia dei contenuti di siti profit o non-profit come Wikipedia, Youtube, Google o Facebook. Un emendamento incomprensibile considerando che nel 2002 fu proprio il Governo Berlusconi, sostenuto anche dalla Lega, ad imporre l'attuale linea che coniuga la giusta difesa del diritto d'autore con una impostazione garantista per gli utenti e i siti web».
LE IMPRESE FAVOREVOLI - Naturalmente l'emendamento Fava ha anche i suoi sostenitori. Sono le imprese che operano in campo musicale e cinematografico, gravemente danneggiate dalla diffusione della pirateria online. «La ratio dell’articolo 18 della Comunitaria – spiegano i presidenti di Confindustria Cultura Italia Marco Polillo, di Indicam Carlo Guglielmi e di Federlegno-Arredo, Roberto Snaidero - è condiviso da tutta la filiera dei titolari dei diritti di proprietà intellettuale e industriale. L'obiettivo è agevolare la cooperazione dei soggetti su internet al fine di contrastare la pirateria e la contraffazione – La norma sana un vizio della nostra legislazione, facendo seguito alla sentenza della Corte di Giustizia Ue (caso L'Oreal vs E-Bay - C-324/09) a cui l’Italia deve attenersi». Diventa sempre più urgente, a parere delle aziende coinvolte, l'esigenza di una regolamentazione: «E' evidente – proseguono i leader delle associazioni datoriali di categoria - che solo rimuovendo gli ostacoli giuridici preesistenti, si potranno favorire forme di collaborazione con i gestori di piattaforme web e dissuadere gli utenti da comportamenti abusivi e illegittimi. La direttiva europea all’articolo 14 (“Hosting”) prevede espressamente che “il prestatore non è responsabile, a condizione che non appena al corrente del fatto illecito, agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per disabilitarne l’accesso”. Chiunque può informare il prestatore dell’illeicità di fatti precisi e determinati. Nel nostro Paese, invece, la corrispondente previsione (implementata con il Dlgs 70/2003) richiede il preventivo intervento dell’autorità giudiziaria o amministrativa competente, tradendo palesemente l’intento del Legislatore comunitario».fonte http:// www. corriere.it /politica/12_gennaio_24/fava-sopa-usa_40d56c62-4683-11e1-90ee-63dee1b6b376.shtml?fr=box_primopiano
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